Il francese è una lingua complessa: è ricca di insidie terminologiche e grammaticali, eccezioni, suoni che sembrano impossibili da pronunciare.
Per apprendere bene questa bisogna allontanarsi un po’ dalla propria impostazione linguistica italiana per potersi immergere in quella francese, includendo lo studio della cultura e dell’universo della francofonia. Sì, perché il francese non rimane dentro i confini della Francia: il suo uso si estende oltre i confini europei, in Africa, America del Nord, Asia e Oceania (è per questo una delle uniche lingue ufficialmente parlate in tutti i continenti!).
Non ci sono contesti o condizioni precise e ben definite in cui può lavorare un traduttore di francese. Un traduttore può lavorare per un’azienda, essere freelance, avere delle collaborazioni, insegnare, e molto altro ancora. Io, ad esempio, sono al contempo dipendente di un’azienda e libera professionista, mi occupo di settori diversi perché possiedo strumenti e competenze trasversali.
Senza dubbio, il fatto che la lingua francese, dal punto di vista strettamente linguistico, somigli a quella italiana, può essere d’aiuto per il traduttore. Ad esempio, la struttura di frasi e paragrafi nel francese, ricorda a volte le strutture tipiche della lingua italiana. Inoltre, alcuni termini sono molto simili nelle due lingue. Non bisogna però lasciarsi ingannare da queste somiglianze, perché esistono diversi “falsi amici”. La punteggiatura in lingua francese, ad esempio, presenta regole diverse da quella italiana.
Anche nell’interpretariato la somiglianza tra le strutture della lingua francese e di quella italiana può essere vantaggiosa. Ricordo, ad esempio, che i miei colleghi intepreti di tedesco dovevano attendere il verbo alla fine della frase per poter procedere con la traduzione simultane (il cosiddetto décalage). Devo dire che non li invidiavo per niente! Infatti, l’interpretariato francese non pone questo genere di ostacoli.
Bisogna comunque prestare molta attenzione ad alcuni elementi della lingua francese, come le negazioni, che possono indurre l’interprete a lasciare indietro dei pezzi durante la traduzione. Riascoltarsi dopo ogni performance può essere davvero molto utile a individuare eventuali errori o calchi da evitare nelle occasioni future (come quella volta che, all’università, la mia compagna di cabina disse che una tale manovra economica era “dangerosa”).
Se vuoi scoprire di più sulla lingua francese e la francofonia, noi di In Love With Words ti aspettiamo ai nostri Coffee Break o Specialised language courses. Se invece hai bisogno di un servizio di traduzione o interpretariato, siamo pronte ad ascoltare le tue esigenze e offrirti un servizio professionale.
– A cura di Maria Clara Cortese